CHE COSA É IL LINFODRENAGGIO
Il linfodrenaggio è una particolare tecnica di massaggio, esercitata nelle aree del corpo caratterizzate da eccessiva riduzione del circolo linfatico. Il linfodrenaggio, come preannuncia la parola stessa, favorisce il drenaggio dei liquidi linfatici dai tessuti: l'azione meccanica manuale viene esercitata a livello di aree che interessano il sistema linfatico (composto da milza, timo, noduli linfatici e linfonodi), allo scopo di facilitare il deflusso dei liquidi organici ristagnanti.
è una tecnica manuale, che rientra nell’ambito del massaggio terapeutico e, come tale, richiede una formazione specifica da parte dell’operatore che lo voglia eseguire in modo corretto, professionale ed
efficace.
STORIA
La creazione di questa tecnica si deve alla geniale intuizione del dott. Emil Vodder, kinesiterapista danese con una buona formazione scientifica (studi di medicina, biologia e filosofia).
Egli, insieme alla moglie Estrid, lavorò come massoterapista negli anni ’32 –’36 in un istituto di cure fisiche a Cannes specializzato nella cura delle forme croniche di catarro. Qui, Vodder ebbe modo di trattare un giovane paziente inglese affetto da tonsillite cronica. Utilizzando delicati movimenti rotatori dei polpastrelli lungo le vie di deflusso linfatico della pelle di collo, gola e spalle, riuscì ad ottenere un miglioramento straordinario delle condizioni di salute del paziente, risolvendo la patologia.
L’utilizzo dello stesso tipo di manualità su numerosi altri pazienti affetti da sinusite cronica o simili patologie otorinolaringoiatriche, con il riscontro del medesimo risultato, condusse, a poco a poco, alla codificazione di una precisa tecnica, che venne presentata al pubblico, per la prima volta, nel 1936, riscuotendo notevole successo.
Nonostante lo scetticismo e le difficoltà, amplificate dal fatto che Vodder non era un medico, la tecnica si diffuse a Parigi (1936), a Copenaghen e successivamente, in Austria (Walchsee) dove, negli anni ’70, Vodder aprì la dr. Vodder Schule con i coniugi Wittlinger.
Attualmente, tutti gli effetti del Linfodrenaggio manuale (LDM) secondo Vodder sono stati scientificamente dimostrati (tranne l’effetto immunologico).
Dalla collaborazione con diversi medici (come Foldi, Asdonk, Kuhnke ed altri) scaturì l’attuale Terapia di Decongestione Complessa (TDC), che è la tecnica conservativa d’elezione per il trattamento di linfedemi.
Egli, insieme alla moglie Estrid, lavorò come massoterapista negli anni ’32 –’36 in un istituto di cure fisiche a Cannes specializzato nella cura delle forme croniche di catarro. Qui, Vodder ebbe modo di trattare un giovane paziente inglese affetto da tonsillite cronica. Utilizzando delicati movimenti rotatori dei polpastrelli lungo le vie di deflusso linfatico della pelle di collo, gola e spalle, riuscì ad ottenere un miglioramento straordinario delle condizioni di salute del paziente, risolvendo la patologia.
L’utilizzo dello stesso tipo di manualità su numerosi altri pazienti affetti da sinusite cronica o simili patologie otorinolaringoiatriche, con il riscontro del medesimo risultato, condusse, a poco a poco, alla codificazione di una precisa tecnica, che venne presentata al pubblico, per la prima volta, nel 1936, riscuotendo notevole successo.
Nonostante lo scetticismo e le difficoltà, amplificate dal fatto che Vodder non era un medico, la tecnica si diffuse a Parigi (1936), a Copenaghen e successivamente, in Austria (Walchsee) dove, negli anni ’70, Vodder aprì la dr. Vodder Schule con i coniugi Wittlinger.
Attualmente, tutti gli effetti del Linfodrenaggio manuale (LDM) secondo Vodder sono stati scientificamente dimostrati (tranne l’effetto immunologico).
Dalla collaborazione con diversi medici (come Foldi, Asdonk, Kuhnke ed altri) scaturì l’attuale Terapia di Decongestione Complessa (TDC), che è la tecnica conservativa d’elezione per il trattamento di linfedemi.
CARATTERISTICHE ED EFFETTI
Secondo la mia esperienza, maturata in 18 anni d’insegnamento, ho riscontrato che la maggior difficoltà che gli allievi si trovano ad affrontare riguarda l’entità della pressione da effettuare nell’esecuzione del LDM secondo Vodder. I corsi sono rigorosamente rivolti agli operatori del settore sanitario (fisioterapisti e medici) o estetico (estetiste), professionisti abituati a “toccare“ i pazienti…tutto ciò lascerebbe presupporre un’immediata comprensione percettiva della qualità del tocco…. Spesso, non è così. Il LDM è ben diverso dal massaggio classico che si è abituati ad eseguire. Solitamente, chiarisco immediatamente il concetto di “Pressione” nel LDM. Preferisco parlare di “Spostamento della pelle sui piani sottostanti”: solo questo va fatto, nulla di più. Effettuando un massaggio classico, la pelle si arrossa, la profondità delle manovre può provocare fastidio, se non, addirittura, dolore. Al contrario, il LDM provoca un impallidimento della cute, è dolce, lento, ritmico, gradevole. Il paziente si rilassa, molti si addormentano. In situazioni fisiologiche, l’entità della pressione non supera i 30 / 40 mmHg. Va chiarito che, in caso di linfedema duro, fibrotico se non addirittura elefantiasico, un tocco troppo leggero risulterebbe assolutamente inadeguato..La mano dell’operatore deve perciò essere una mano che non impone, ma che ascolta, percepisce e si adatta. Tra gli effetti, scientificamente dimostrati, del LDM, si annovera il cosiddetto “Effetto Simpaticolitico”, un termine tecnico che sta ad indicare che un trattamento eseguito in modo corretto è estremamente rilassante ed antistress. Personalmente, conosco ben poche persone immuni dallo stress, questa sorta di “malattia tipica dei nostri tempi. , con tutte le sue nefaste conseguenze che vanno dall’insonnia, al nervosismo, dalla stipsi alla colite,..e la lista potrebbe essere ben lunga. Pur senza porsi come una panacea, il LDM secondo Vodder è di notevole aiuto. Un ambiente confortevole, la luce soffusa o, meglio ancora, naturale, il silenzio o una musica soft di sottofondo, una posizione comoda sul lettino da massaggio, l’utilizzo di teli per coprire le zone del corpo sulle quali non stiamo lavorando, l’assenza di disturbi esterni, le nostre mani che, con movimenti ritmici e gentili, spostano la pelle senza aggredirla, la durata della seduta (almeno 45 minuti) sono tutti fattori che, a mio avviso, hanno una valenza terapeutica da non trascurare in quanto determinanti ai fini del raggiungimento del risultato voluto. I tocchi del LDM secondo Vodder alternano continuamente una fase di spostamento attivo della cute ad una fase di non - pressione. In tal modo si stimolano i recettori del contatto della cute, che sono antagonisti dei recettori del dolore: il risultato è un buon effetto analgesico, secondo la Teoria del cancello, elaborata oltre 40 anni, ma tutt’ora valida. Ancora, il LDM secondo Vodder agisce sulla muscolatura scheletrica (rilassando le dolorose contratture muscolari e rimuovendo le tossine e l’acido lattico che possono ristagnare nei tessuti) e su quella liscia. La peristalsi intestinale può ritrovare il suo ritmo fisiologico (sia in caso di atonia che di intestino spastico ); i vasi linfatici, la parete dei quali è circondata da cellule muscolari lisce, rispondono alle manualità del LDM con un aumento della loro frequenza di contrazione. Il LDM contribuisce a mantenere il nostro tessuto connettivo (cioè l’ ambiente in cui avvengono gli scambi metabolici che costituiscono il microcircolo), sano e pulito, con un buon effetto drenante. I prodotti del catabolismo cellulare, grazie a questa tecnica, raggiungono più velocemente le strutture linfatiche deputate al loro riassorbimento. Solitamente, i pazienti riferiscono di sentirsi più leggeri e di urinare di più; gli arti appaiono più snelli e si percepisce un benessere generale. Infine, regolari sedute aiutano l’organismo a mantenersi nelle migliori condizioni di salute, sostenendo le difese immunitarie: questo effetto, non ancora convalidato scientificamente, trova però conferma dall’esperienza quotidiana di migliaia di terapisti che, in tutto il mondo, utilizzano la metodica.
INDICAZIONI
Molteplici sono I campi di applicazione del LDM secondo Vodder.
In particolare: edemi linfostatici (= linfedemi) primari. edemi linfostatici ( = linfedemi ) secondari:
nell’ambito oncologico, postraumatici (ematomi; distorsioni; lussazioni; lesioni tendinee, legamentose, meniscali; borsiti, sindrome del tunnel carpale, pollice da sci, dito a scatto, strappi muscolari, postumi di fratture, distrofia di Sudeck); postoperatori (nell’ambito ortopedico, odontostomatologico,estetico; stripping, trapianto di cute, cicatrici…); affezioni reumatologiche (artrite reumatoide, artrosi, poliartrite cronica, morbo di Bechterew, artropatie…); malattie sistemiche del tessuto connettivo (lupus erythematosus, sclerodermia, polimiosite, dermatomiosite…); osteoporosi; edemi locali del SN centrale e periferico (apoplessia, emicrania e cefalea, commozione cerebrale, sindrome di Menière, tinnitus e disturbi dell’udito, nevralgia del trigemino, paresi facciale, sclerosi multipla, nevralgia da herpes zoster, malattia di Down, bambini “linfatici”, ecc…); edemi venosi (claudicatio intermittens, ulcere venose, arteriose e diabetiche); infiammazioni croniche locali delle vie respiratorie (raffreddore cronico, bronchite asmatica e cronica, sinusite cronica, otite cronica e catarro tubarico, tonsillite cronica); stipsi; colite ulcerosa (forme croniche ); affezioni dermatologiche (acne vulgaris, rosacea; dermatite periorale; eczemi allergici e cronici,…); stress, distonia vegetativa, sindrome premestruale ed edema ciclico idiopatico; gestazione; panniculopatia edemato-fibrosclerotica (cellulite); in associazione a diete dimagranti per il mantenimento dell’elasticità cutanea. In alcuni casi, il LDM e/o la TDC (Terapia di Decongestione Complessa) rappresentano ancora oggi il trattamento elettivo, in altri possono essere utilizzati per affiancare ed ottimizzare i risultati ottenuti con altre terapie (fisiche, farmacologiche o riabilitative).